Una perfetta geometria. Una storia nera ambientata a Roma

Vi consiglio questo libro se volete leggere un giallo per nulla rassicurante, ambientato in una ridente cittadina di provincia.  Non si tratta di una storia di quelle in cui c’è una vecchina con un ingegno da vendere. Nemmeno una di quelle con un elegante  commissario che indaga. Se ciò che cercate è un realismo più crudo, con personaggi dalla psicologia complessa,  costretti a fare i conti con questioni irrisolte e con il proprio lato oscuro, questa è la storia che fa al caso vostro.  Se queste caratteristiche vi piacciono, quello che fa per voi potrebbe essere un bel libro di Giorgio Serafini Prosperi: “La geometria perfetta”.

La vicenda è ambientata a Roma. La trama è nera e metropolitana. Il protagonista è un ex commissario di nome Adriano Panatta, ma non ha nulla a che fare con il celebre sportivo.

Adriano viene chiamato a far luce su un omicidio, dopo anni di lontananza da casi irrisolti. Ha messo da tempo in pausa la sua vecchia vita e ha deciso di  stare lontano da avventure e tentazioni. Il suo passato è  fatto di dipendenze mentre  ora vive in un rigido autocontrollo, l’equilibrio quotidiano è più importante di qualunque emozione: una perfetta routine per non farsi male. È affetto da gravi dipendenze alimentari, da attacchi di fame incontrollata e ha  donne e relazioni sbagliate. Quando crede di aver chiuso con il passato, un omicidio arriva a sconvolgere il suo equilibrio.

La trama è avvincente si sviluppa a Roma, città piena di contrasti dove il bello nasconde anche molte ombre. Una metropoli che dietro la sua imponenza imperiale e il fascino nasconde intrecci complessi di potere, religione e politica.

Oggi Adriano si rifugerebbe volentieri nel tepore del cibo. È quello che ha sempre fatto, in passato, quando sentiva il bisogno di calmarsi. Ha imparato a non cedere a questo impulso, ma lo stimolo resta.  Beati quelli che reagiscono all’ansia chiudendo lo stomaco. Ha già bevuto un caffè e una tisana rilassante alla malva, e sta alzando di nuovo la mano per attirare l’attenzione del giovane cameriere.

– Desidera? –

– Un bicchiere di acqua minerale frizzante. Con una scorza di limone, per favore –

“Ogni rumore pare un alleato, adesso. Le macchine che passano. Gli autobus che partono dal capolinea vicino a casa sua, poco prima dell’alba. I furgoni dei fornai che attraversano la città per consegnare il pane fresco. Tutto ha improvvisamente un senso, un senso che da tanto, da troppo tempo si era smarrito. E ha un senso soprattutto lei, che dorme stretta contro di lui. Per un lunghissimo momento sente di non avere altro da chiedere al mondo e, prima che questo pensiero possa spaventarlo, cede al sonno sotto il peso dolce di una pienezza che in nessun modo saprebbe esprimere o raccontare a parole. A risvegliarlo é l’odore del caffè che si espande per la casa e che testimonia una presenza reale e non solo immaginaria.”