Fiammiferi, Valerio Righini

Una raccolta in versi dall’impronta spontanea e dalla strofa essenziale, una poesia narrativa in grado di rappresentare la realtà al di là di qualsiasi ricostruzione storica. Fiammiferi, di Valerio Righini, è un racconto definito che induce a riflettere senza alcuna pretesa di suggestione. La scrittura, priva di orpelli stilistici, si concentra sul vissuto personale, ma incede sugli aspetti del disagio di un’epoca, condensando il momento storico nella brevità del verso. Le poesie, dal tratto disincantato, sottolineano la riflessione sulla caducità dei giorni, nella prevedibilità di un domani generato dalle abitudini:

Il mio domani

Accumulo confusi

identici giorni

ed ecco che posso

anticipare il futuro.

Qualche virgola cambia,

alcuni punti s’aggiungono

altri si tolgono

ma il tema rimane il medesimo.

Pertanto,

al pari del miglior profeta

posso svelare che il mio domani

sarà merdoso come il mio ieri.

Accanto a quelle disilluse sul tempo che avanza, si affiancano alcune poesie dal carattere brioso e autoironico, che tuttavia rimarcano, ancora una volta, l’incedere della ripetitività, senza una scossa che faccia la differenza:

Un piccione

Un piccione s’è posato sul davanzale

Dell’ufficio mio

Giù in via Pini

All’angolo con via de’ Ginepri

«Non esci col sole che c’è oggi?» m’ha chiesto.

«Non posso» c’ho risposto «Devo lavorare».

Mi sarei aspettato,

dal pennuto sul davanzale,

una forte morale,

che mi desse una scossa.

«Bene» è stata la sua risposta.

«Ti cagherò sul parabrezza».

E, proteso nel vuoto,

ha spiccato il volo.

Una reiterazione dovuta a un contesto pronosticabile, quello della Pianura Padana, il luogo d’origine dell’autore, in cui la linea distesa dell’orizzonte sembra suggerire prospettive altrettanto piatte nelle vite degli individui che ci sono dentro:

A distanza d’una ventina d’anni

nessuno ha lasciato il proprio nido.

Chi è diventato padre a 18 anni,

chi vive di mille lavoretti

chi è entrato nell’imbuto

del triste piacere di paese confinato.

Contesti in cui i sogni dell’adolescenza vengono disattesi, se non matura l’audacia di compiere un passo, oltre il confine di un mondo confortevole ma immutabile.